Le chiavi di scuola - buone pratiche di integrazione scolastica - Quarta edizione del concorso -  FISH Federazione italiana per il superamento dell'handicap

Le chiavi di scuola – l’edizione 2010

MOTIVAZIONI

SCUOLA DELL’INFANZIA

PRIMO PREMIO 

N. 225  -  ISTITUTO COMPRENSIVO DI REVELLO (CUNEO)
“UNA STORIA, UN MITO PER COMUNICARE”

Il progetto è incentrato su un approccio sistemico – relazionale inerente tutti i campi di esperienza della scuola dell’infanzia ed alla crescita armonica di tutti gli alunni. Prendendo ispirazione da basi teoriche ben esplicitate e sapientemente tradotte in attività adatte ad ogni tipo di intelligenza (con riferimento alla teoria gardneriana) le esperienze progettuali presentate hanno come fulcro una didattica euritmica ed equilibrata che si avvale della metodologia della globalità dei linguaggi.

La documentazione ricca e molto curata è atta a dimostrare un’alta inclusività della proposta. La lettura dei bisogni educativi speciali dell’alunna coinvolta è sia origine che opportunità per tutti gli alunni della scuola di Rivello. Si evince che tutto il team educativo si è speso per dare modo alla bambina di progredire ed avere maggiori strumenti di comunicazione e di interazione. La sintesi valutativa e la relazione finale evidenziano l’efficacia degli interventi in piccolo gruppo e in seno al gruppo classe dei quali si sono avvantaggiati tutti gli alunni.

SECONDO PREMIO 

N. 38  -  ISTITUTO COMPRENSIVO DI CAIRO MONTENOTTE (SAVONA)
“GUARDARE E TOCCARE È UN GIOCO DA IMPARARE: IL VIAGGIO DI BEPPE”

 Il progetto promuove la continuità dei processi formativi e nella proposta didattica unisce i fattori esperienziali alle attività musicali, manipolative e sensoriali. L’uso del diario di bordo come strumento di monitoraggio costante dell’azione e reazione ai processi di apprendimento/insegnamento, attraverso l’integrazione tra didattica e nuove tecnologie, le proposte di diverse forme laboratoriali, adatte a tutti ma rispettose dei bisogni educativi rilevati, fanno distinguere rispetto ad altre proposte i risultati ottenuti ed il percorso intrapreso nella sfida di rendere possibile, quotidianamente nella pratica didattica, l’integrazione scolastica di qualità già dalla scuola dell’infanzia.

MENZIONI

N. 283  -  D.D. 1° CIRCOLO DESENZANO DEL GARDA (BRESCIA)
“Un incontro, una simpatia, un’amicizia e…passo dopo passo, mano nella mano diamo voce al sentire…crescendo insieme”

La scuola come luogo e momento di interazione sociale e di confronto con l'altro: un'occasione di apprendimento importante per tutti ma indispensabile per un bambino con disabilità. Merito della scuola dell'Infanzia di Desenzano è aver saputo inserire un progetto efficace e coinvolgente nella quotidianità di una normale attività educativa che sa considerare e valorizzare i bisogni di tutti. Di fronte ad una complessità che impone capacità professionale e lettura delle potenzialità lo scopo scelto è dare senso e compimento al percorso scolastico. La metafora dei piccoli passi che portano lontano e dell’accompagnamento costante nella crescita attraverso il tenere per mano, dopo l’avvenuto incontro, non un solo alunno da instradare, ma una catena di bambini che crescono “insieme” si rivela una buona prassi da indicare come esempio a chi ancora non ha raccolto la sfida che da decenni costituisce l’integrazione scolastica nelle scuole italiane.

N. 125  -  D.D. 1° CIRCOLO FERMO (FERMO)
“I bru.co.fa’ scoprono il mondo dei suoni”

Il progetto rispecchia l’impegno della comunità scolastica nelle scelte, collegiali, organizzative e didattiche più adeguate sia alla realizzazione dei processi di inclusione, sia alla promozione dello sviluppo degli apprendimenti significativi e dell’autonomia personale del bambino. Qualificante, in tali scelte, è anche l’impiego di strumenti (griglie per l’osservazione relative al raggiungimento degli obiettivi educativi, griglie relative alle competenze), finalizzati alla rilevazione dei suoi bisogni educativi e al controllo del processo di crescita al fine non soltanto di meglio corrispondere alle sue caratteristiche cognitive, affettivo-relazionali ed emotive, e di valorizzarne le potenzialità,   ma anche per orientare l’azione educativa nell’allestimento del setting metodologico-didattico. All’interno di quest’ultimo, la scelta incentrata sulla musica, di cui l’accurata documentazione allegata dà conto,  appare essere di grande efficacia educativa.

N. 74  -  DIREZIONE DIDATTICA DI MIRANDOLA (MODENA)
“Le emozioni della musica”

Il progetto è incentrato sulla musica e sul suo potenziale espressivo, emotivo e affettivo-relazionale sul quale il team educativo ha fatto leva per rimuovere e superare,  quanto più possibile, le difficoltà  connesse a queste dimensioni di vita. Al lavoro collettivo degli adulti ha corrisposto il lavoro di gruppo dei bambini, con modalità laboratoriali, rivelatosi fondamentale per la qualità dei risultati ottenuti e dei processi attivati in termini di  capacità di comunicazione, di relazione e, in particolare, di espressione delle emozioni.   La determinazione della scuola nel sostenere relazioni interne ed esterne ad essa, ha reso possibile, in tale contesto progettuale, percorsi musicoterapici orientati alla promozione del “benessere” di tutti i bambini e le bambine.

MOTIVAZIONI

SCUOLA PRIMARIA

PRIMO PREMIO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI PONSO 
“Didattica Multimediale”

L’I.C. di Ponso ha proposto un progetto di integrazione particolarmente interessante, non solo per i contenuti innovativi e riproducibili, ma anche per il periodo di tempo in cui si è sviluppato, frutto di una particolare attenzione e cura nei confronti degli alunni con disabilità.
Il progetto, finalizzato a individuare le modalità didattiche efficaci per l’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità, coniuga l’apprendimento cooperativo con la didattica multimediale. Attivato nell’anno scolastico 2009-2010, sarà proseguito per tutto il ciclo della scuola primaria.

Meritano di essere evidenziate:
- la corresponsabilità di tutti i docenti della classe nella impostazione, nella strutturazione e nella realizzazione del percorso
- e la presa in carico dell’alunno con disabilità da parte dell’intera comunità scolastica in tutte le fasi del progetto. 

La scuola, infine, si distingue per la sua attiva presenza nel territorio, in quanto si rapporta con le Istituzioni, con le quali interagisce e collabora per promuovere e diffondere la cultura dell’inclusione. 

SECONDO PREMIO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI VITTORIA
“Collaboriamo anche noi:La scuola di tutti”

Con il progetto “Collaboriamo anche NOI: la scuola di tutti”, il 3° Circolo Didattico Portella della Ginestra di Ragusa ha voluto promuovere un processo di trasformazione attraverso le strategie proprie della didattica. L’apprendimento cooperativo, attuato mediante interazioni costanti fra tutti gli alunni della classe, ha contribuito alla realizzazione di una scuola inclusiva, in cui tutti e ciascuno, all’interno dell’aula e nella scuola, sono e si sentono riconosciuti come identità e come gruppo al tempo stesso.

Per l’intero anno scolastico, l’azione didattica di tutti i docenti della classe è stata orientata a creare le condizioni per garantire  il diritto all’apprendimento di ogni alunno. Le strategie del Cooperative Learning, “imparare insieme e imparare facendo” hanno consentito all’alunno con disabilità e, contestualmente, a tutti gli alunni della classe di  crescere negli apprendimenti grazie al confronto, alla relazione e all’interazione nel gruppo dei pari.

È da queste piccole azioni quotidiane che si costruisce e si alimenta la cultura dell’inclusione

In questo contesto, la classe, come realtà sociale, è diventata il luogo del “possibile”, ambiente di accoglienza e di condivisione, in cui l’integrazione è coniugabile con “insieme” e disabilità è sinonimo di “appartenenza” e “riconoscimento dell’identità” di ciascuno.

Inserita in un territorio difficile, la scuola ha saputo sostenere il suo impegno cercando di interagire e colloquiare con le altre Istituzioni, al fine di diffondere in modo capillare la cultura dell’integrazione.

MENZIONI

Direzione Didattica Statale 1° Circolo Formia Formia (Latina)
“…e chiudo gli occhi per vedere”

Il progetto, rivolto ad un alunno non vedente, è consistito nella realizzazione di un racconto che affrontasse il tema della diversità attraverso la tecnica del fumetto a vignette. La classe ha aiutato l’alunno ad essere protagonista nell’ideazione e nella realizzazione del lavoro, strutturando  una sicurezza interiore che ha favorito la costruzione della propria identità. 

Istituto Comprensivo G. Randaccio Monfalcone (Gorizia)
“Comunicazione alternativa-aumentativa all'interno di una programmazione scolastica”

Il progetto si pone come obbiettivo principale l’acquisizione da parte dell’alunno di maggiore autonomia nella comunicazione dei bisogni primari. L’alunno infatti dimostra un forte desiderio comunicativo e  attraverso questo progetto la classe, che aveva già sviluppato la capacità di comprendere il suo linguaggio non verbale, ha potuto coinvolgerlo maggiormente nell’attività scolastica aiutandolo a ridurre emotività e stress.

Istituto Comprensivo 2° Polo (Ex 3° Circolo Didattica) Galatina (Lecce)
“Fabbricastorie…riciclando”

Il progetto nasce per coinvolgere l’alunno, affetto da ipoacusia, in un percorso didattico integrato volto a potenziare l’area linguistico-comunicativa, usando come filo conduttore l’importante tematica educativa della tutela dell’ambiente attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti. La  rilevanza di questo progetto deriva anche dal fatto che la scuola è l’unico punto di riferimento e di  aggregazione per favorire un utile e sano confronto tra gli alunni.

SCUOLA SECONDARIA I GRADO

PRIMO PREMIO

Suola secondaria di I grado di NOVAFELTRIA, (Rimini)
“Io da grande farò”

Il progetto rivolto a un’alunna affetta da malformazione agli arti superiori e ipoacusia, risulta ben in linea col percorso di integrazione scolastica.

Si è prestata attenzione al progetto di vita globale non solo della ragazza ma di tutto il gruppo classe, che è stato coinvolto in un percorso continuativo sia nei tre anni di scuola secondaria, ma anche creando un progetto concreto e costruttivo legato al passaggio di ordine scolastico nel quale si è voluto donare alla ragazza e al resto della classe la possibilità di integrarsi, già dall'ultimo periodo di frequenza della classe terza, nel percorso scolastico futuro.

 Si è ottenuta una maggiore acquisizione di competenze e abilità da parte di tutti i ragazzi e un potenziamento delle possibilità di relazione.

Il progetto rivolto all’alunna ha puntato nello specifico a privilegiare i punti di forza della stessa, stimolando l’utilizzo e l’approfondimento delle conoscenze di software indispensabili per una sua maggiore autonomia.

Nel progetto risulta infine ben evidente la collaborazione delle parti: scuola, famiglia e istituto superiore scelto dalla ragazza, dimostrando così un buon lavoro di rete, da sfruttare anche negli anni successivi.

SECONDO PREMIO

Istituto comprensivo di Podenzano (Piacenza)
“Insieme verso le superiori”

Il progetto rivolto a un alunno con sindrome di Down, presenta un buon livello di condivisione e collaborazione da parte delle molteplici figure presenti nel territorio, continuativa la partecipazione della famiglia e dei servizi.

L’obiettivo è stato  quello di favorire l’acquisizione di competenze tecnologiche per avviare l’alunno ad una progressiva autonomia nei diversi campi tra cui lettura e scrittura; positive sono state anche le esperienze di relazione e di comunicazione.

In questo lavoro, fondamentale è stato il coinvolgimento del gruppo classe, soprattutto nel percorso verso l’autonomia negli spostamenti intra ed extra scolastici, che ha avuto ricadute positive nello stesso sull’acquisizione di competenze significative a livello relazionale e di gestione delle difficoltà.

MENZIONI 

I scuola media-Moro Cernusco sul Naviglio  (Milano)
“Mi costruisco i libri di testo”

II progetto rivolto a un’alunna con deficit visivo e impossibilità di deambulazione è consistito nella realizzazione di un testo personalizzato alle esigenze dell’alunna, ed ha coinvolto l’intero gruppo classe, con l’obiettivo di riflettere sulla diversità, sviluppare una maggiore attenzione per le difficoltà altrui, favorire una migliore conoscenza di sé e dell’altro e stimolare le capacita di comunicazione e relazione.

Grande la collaborazione degli insegnanti in tutte le fasi del progetto, positiva anche la continuità fra i diversi gradi scolastici e l’attenzione all’intero percorso di vita della ragazza.

La scuola, attiva e in rete nel territorio, rappresenta una buona prassi di integrazione scolastica.

Istituto comprensivo G. Salvemini Torino
“A scuola con noi”

Il progetto è rivolto a un’alunna affetta da tetraparesi spastica di nazionalità rumena.

Si è prestata molta attenzione al favorire il raggiungimento dell’autonomia individuale sia a livello scolastico che extrascolastico, attraverso la realizzazione e l’utilizzo di ausili informatici  creati ad oc, per un progetto di vita ad ampio spettro, che le hanno consentito di integrarsi appieno nel gruppo classe, ma anche di socializzare all’esterno del contesto scolastico.

Il progetto ha coinvolto tutti i compagni che hanno acquisito e compreso l’importanza delle modalità alternative di comunicazione e ha favorito una complicità e collaborazione reciproca.

La scuola nel suo insieme risulta sensibile ai temi di integrazione degli alunni stranieri e con disabilità , documentato anche dai diversi corsi di formazione per differenti disabilità e disturbi.

Istituto comprensivo di Adrenno (Sondrio)

Il progetto, rivolto a un alunno con forte deficit visivo, ha riguardato la progettazione di uno spettacolo teatrale in cui sono stati affrontati i temi della diversità nelle loro varie sfaccettature.

L’obiettivo, che ha visti protagonisti tutti i componenti del gruppo classe, è stato quello di cogliere le similitudini con l’altro e apprezzare la diversità come elemento positivo di crescita personale e collettiva.

La riflessione del sé e dell’altro ha favorito una maggiore consapevolezza nei singoli che si è concluso con una maggiore collaborazione e integrazione  di tutto il gruppo classe.

La scuola si è dimostrata sensibile in maniera adeguata ai temi della diversità, mostrando un buon lavoro di rete nel territorio.

SCUOLA SECONDARIA SECONDO GRADO

 

IL VESTITO DELL’ALTRO:  ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE CATTANEO – DELEDDA

Le motivazioni alla base del progetto “Il vestito dell’altro” sono da ricercarsi nella vocazione dell’istituto Cattaneo – Deledda di Modena,  che prevede tra gli indirizzi di studio anche quello della moda. Esso risponde alle caratteristiche dell’utenza, che comprende, oltre ai numerosi studenti in situazione di disabilità, anche molti giovani stranieri e a rischio di insuccesso o di abbandono scolastico. Ciò ha suggerito la progettazione di percorsi educativi finalizzati all’integrazione sociale e culturale, che trasformino quello che può sembrare un fattore di debolezza e svantaggio in un’occasione di arricchimento per la generalità degli studenti e per il territorio. Le realtà territoriali coinvolte per la realizzazione del progetto sono: il Comune di Modena (circ. 1),  l’Associazione "Donne nel mondo" e l’Associazione Buddhista, la Scuola "Terra di danze" , il “Teatro della Cittadella di Modena". IL Comune ha allestito la passerella per la sfilata conclusiva; le associazioni hanno contribuito attraverso l'intervento di esperti e le testimonianze dei migranti.

Il progetto “Il vestito dell’altro” è interculturale e poliennale: realizzato per la prima volta nell'A.S. 2005/2006, è stato riproposto negli anni scolastici successivi dall’Indirizzo Abbigliamento e Moda. Il progetto è nato dalla necessità di integrare gli alunni stranieri, di favorire la conoscenza reciproca e il dialogo interculturale, di valorizzare le differenze e soprattutto di fornire a ciascuno gli strumenti per comprendere e per inserirsi nella società multiculturale, che appare in continua evoluzione. Nel corso degli anni, l’interesse rivolto alle attività del progetto è aumentato, perciò esso si è consolidato diventando parte integrante dell’identità della scuola. Il progetto prevede l’apporto del dirigente scolastico. 

Per la studentessa in situazione di disabilità, la partecipazione al progetto ha rappresentato un momento di crescita in termini culturali, didattici e relazionali. Ha rafforzato l’autostima, migliorando l’integrazione nella classe di appartenenza e nei rapporti con gli studenti delle altre classi coinvolte. Sono stati studiati gli usi, i costumi, le tradizioni e la cultura di diversi paesi (Marocco, India, Cina e soprattutto il Giappone). Sono state realizzate delle lezioni mirate, con la visione di film, la lettura di testi e l’organizzazione di visite didattiche. A conclusione del progetto, come avviene ogni anno, è stato ideato e confezionato un abito della tradizione del paese analizzato. 

La classe è stata coinvolta nelle diverse fasi delle attività ed in particolare nello studio della storia e della cultura del Giappone, attività che è stata svolta prevalentemente dalle classi del biennio. Gli studenti hanno letto numerosi testi, visto film sulla cultura giapponese, realizzato articoli, recensioni e commenti che sono state esposti nella scuola. Molte ragazze della classe sono state coinvolte nella sfilata conclusiva, nel reperimento abiti etnici, nella prova degli abiti, nelle prove della sfilata, nella scelta delle musiche tipiche (giapponesi, cinesi, marocchine, indiane, ghanesi), e infine nella realizzazione di coreografie delle danze etniche (in collaborazione con la scuola “Terra di danze” di Modena). In seguito, la classe ha realizzato un cartellone con la raccolta delle migliori foto della sfilata. 

Oltre a partecipare alle varie fasi, l’allieva ha sfilato e danzato durante la manifestazione conclusiva, sfruttando le possibilità espressive collegate ai linguaggi non verbali.  La partecipazione al progetto è stato un ottimo momento di socializzazione, che ha avuto effetti positivi sull'autostima, sull'autonomia, sull'impegno e sulla perseveranza dell’allieva. In particolare, ella ha sfilato indossando gli abiti dell'India, insieme ad altre alunne dell'istituto e ciò ha contribuito a sviluppare uno spirito di cooperazione nel gruppo e a rafforzare i legami di amicizia all'interno di esso.

Il coinvolgimento dei docenti è buono: nell’ambito del progetto “Il vestito dell’altro” ne sono coinvolti ben 5 della stessa classe, di diverse discipline e non specializzati. Al progetto collaborano, oltre all’insegnante di sostegno, anche tre docenti curricolari di altri consigli di classe e un tutor (cioè un esperto fornito dal comune). La classe cui è iscritta la studentessa in situazione di disabilità è direttamente coinvolta nelle varie fasi del progetto, anche se questo si articola trasversalmente coinvolgendo altre classi e altri gruppi. La studentessa può approfittare di questa pedagogia che valorizza la creatività e il fare degli studenti, arricchendo le conoscenze e le esperienze previste dal proprio PEI e sviluppando, nella trasversalità e nella classe, la partecipazione, la relazione e l’operatività. La studentessa ha frequentato regolarmente per tutto l’anno scolastico, senza riduzioni o modifiche dell’orario; ha partecipato con entusiasmo all'attività sportiva insieme alla classe, raggiungendo risultati positivi. Ha condiviso le esperienze delle visite culturali con i compagni. La collaborazione con il team multidisciplinare della A.S.L. è costante e si concretizza in contatti frequenti, così come quella con la famiglia. 

 

ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE DI SPILIMBERGO: IL GLOSSARIO ILLUSTRATO DELLA SCUOLA: UN PROGETTO TRASVERSALE COME ATTIVITA’ INTEGRANTE IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO 

L’IIS di Spilimbergo aderisce, con le scuole medie limitrofe, alla rete antidispersione scolastica che si occupa di limitare il fenomeno dell’insuccesso e dell’abbandono. La scuola ha organizzato un corso di formazione sui disturbi specifici dell'apprendimento destinato ai docenti dell'istituto e a quelli degli istituti comprensivi di comuni limitrofi. 

Il progetto ha l’obiettivo di favorire la convivenza civile dimostrando come tutti abbiano delle risorse da mettere in gioco, in una comunità educante che punta sulla collaborazione. 

Si tratta di un progetto realizzato in orario curricolare ma di tipo trasversale, perciò si articola su gruppi aperti non sempre collegati alla classe. Il progetto prevede la costruzione comune di un glossario, da consegnare a chi si iscrive nella scuola senza le competenze linguistiche adeguate. Quest’attività ha visto l’attiva partecipazione della classe frequentata dalla studentessa, che ha apportato un contributo significativo a questo progetto trasversale. E’ allegato il glossario: un prodotto ancora modesto ma vivace e colorato, che potrà essere ampliato in futuro. 

Il coinvolgimento dei docenti disciplinari, nel progetto come nell’intervento educativo inclusivo, appare positivo: al progetto collaborano docenti di lingue e docenti specializzati, oltre al professore di economia, che funge da referente culturale. Nell’ambito della realizzazione del PEI, i docenti della disciplina seguono la studentessa anche individualmente, facendosi carico dei rinforzi e dei recuperi che si rendono necessari. Dalla relazione finale emerge che sono stati raggiunti gli obiettivi minimi in tre discipline, e obiettivi individualizzati in tutte le altre, nonostante i gravi  problemi di salute e l’intervento chirurgico subito. 

 

ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE Giuseppe M – Sacile (Pordenone): VEDERE LA DIVERSITA'

Il progetto ha l’obiettivo di stimolare la riflessione sul "non visibile" nel rapporto io-tu e far "vedere" che la studentessa in oggetto è in grado di realizzare in modo autonomo un manufatto proprio; esso culmina nella partecipazione a una mostra. La vocazione dell’IIS è prevalentemente di tipo tecnico-amministrativo: il progetto e la mostra hanno raggiunto lo scopo di realizzare l’educazione inclusiva, finalizzando l’attività della studentessa in termini espressivi e valorizzando il suo contributo all’arricchimento del contesto, a beneficio di tutti gli studenti e dell’intera comunità. Viste le resistenze ambientali al cambiamento, il dilagare del razzismo, dell’avversità per "l'altro", della paura per il "diverso" nella società, si è voluto così abbattere il pregiudizio e far "vedere la diversità": senza escluderla da noi stessi ma, al contrario, promuovendo la riflessione. E' stato scelto di fare ciò attraverso l’immagine, poiché l'immagine è il "codice forte" in grado di veicolare messaggi universali più delle parole. Sono stati organizzati eventi con la partecipazione del territorio  e il coinvolgimento degli organi di stampa locale. Il docente di sostegno allega un testo  sulle tematiche collegate all’intervento inclusivo, illustrando la realizzazione del progetto e la partecipazione alla mostra, che ha attribuito alla studentessa il secondo premio. Particolarmente positiva è l’integrazione con la classe, favorita attraverso l’adozione di opportune misure che modificano gli spazi e i contesti.